Mi siedo al tavolo allestito per l’evento e sto chiacchierando con la mia vicina quando mi si avvicina un cameriere straniero che, con fare tra il sussiegoso e professionale, si assicura della giusta distanza del mio piatto dal bordo. Trovo irritante quel suo atteggiamento di sufficienza e mi riprometto di reagire con battute salaci e acide ad una sua eventuale nuova intrusione nel mio spazio vitale. Ebbene sì! All’inizio della serata ci casco a pié pari e penso di trovarmi di fronte a camerieri di rincalzo piuttosto anarchici, licenziati per questo da tutti gli alberghi della riviera romagnola. Poi un crescendo di maneggi strani, invettive e liti si stempera in un vero e proprio spettacolo che trionfa con la splendida voce grintosa di Eleonora. Grande divertimento e rimpianto per non aver provocato una salve di esplosioni punzecchiando tutti i palloncini. Ma siamo solo al lungo assaggio della serata. Performance teatrale vera e propria: microfono ad asta, materiali di scena in scena, pubblico seduto in attesa, musica in sottofondo. E qui la professionalità, la creatività e l’arte dell’improvvisazione, si confermano e si amplificano. La partenza è fantastica: Achille Campanile e alcune “Tragedie in due battute”. Ho scoperto Campanile ai tempi del Liceo e l’ho amato subito: il paradosso, l’immediatezza, l’ironia portati in scena da Checco Tonti sono resi in modo magistrale. Non meno sorprendente è la pirotecnica poesia futurista detta da Mirco Gennari, personaggio a mezzo tra Marty Feldman e un sopravvissuto al fungo atomico: esilarante e difficile da eseguire, credo, senza scivolare in banali pim pum boom! E non poteva mancare la Magia, anzi “La Magie!”. Provvede Luca Regina, lo straniero! Interazione col pubblico a mille, boutades a raffica interrotte dal mantra “La Magie!” . Una serata fantastica, intelligenza a josa, spettacolo detox per scrollarsi di dosso quella orrenda manteca di pseudo comicità greve e grossolana da cui, ahinoi!, siamo circondati. Itala